testo argomentativo

eutanasia

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  1. ^lizzy91^
     
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    TESTO ARGOMENTATIVO SULL’EUTANASIA
    Il primo concetto da chiarire, per non incorrere in facili equivoci, è che in nessuna proposta attualmente in discussione si parla di eutanasia. Questo termine, che suscita forti contrasti ogni volta che viene pronunciato, significa letteralmente porre fine alla vita di una persona, gravemente ammalata e incapace di sopportare oltre la sofferenza, attraverso la somministrazione di sostanze velenose che portano alla cosiddetta dolce morte.
    Messo da parte questo argomento, il diritto che si vuole riconoscere è invece quello di permettere a ogni persona di indicare le cure e i trattamenti che ritiene accettabili per se stesso, se un giorno diventerà incapace di intendere e di volere. In altre parole, il diritto di richiedere ai medici la sospensione o la non attivazione di procedure e terapie anche nei casi più estremi e tragici di sostegno vitale, un diritto che oggi ogni paziente consapevole esercita attraverso il meccanismo del consenso informato, accettato da tutti e obbligatorio per legge. Per essere ancora più chiari, le direttive anticipate di vita, meglio conosciute come testamento biologico, e il rifiuto dell'accanimento terapeutico, altro non sono che un allargamento dello spazio di libertà individuale già sancito nel nostro Paese. Facciamo un esempio concreto: ogni volta che una persona viene ricoverata per un esame diagnostico o un intervento chirurgico, un operatore sanitario ha l'obbligo di descrivergli le caratteristiche dell'operazione, le possibili conseguenze, i rischi.
    Il fondatore del San raffaele, Don Luigi Verze', dopo l'intervista rilasciata, precisa di essere contrario all'eutanasia ma sottolinea come sia necessario, quando "si e' tentato tutto" per salvare il malato, evitare l'accanimento terapeutico. "Vorrei essere chiaro - sottolinea - sono contro l'eutanasia ovvero il 'fare' morire un paziente, magari per interrompere le sue sofferenze. Cosi' come sono contro l'accanimento terapeutico ovvero il moltiplicarsi di cure e atti medici, a volte anche invasivi, che prolungano artificialmente la vita. Ritengo sia piu' giusto che quando si e' tentato tutto, ma proprio tutto, i medici si arrendano, 'lascino' che la vita faccia il suo corso, che il malato torni fra le braccia del Padre, questo e' un atto di amore e di responsabilita'. Non un atto medico contro la vita, ma la constatazione che l'uomo ha una sua dignita', soprattutto negli ultimi istanti della sua vita". "Regolamentare questo argomento per legge e' impossibile - aggiunge - anche perche' ogni caso e' singolo ed irripetibile, come ogni uomo. Siamo in una zona grigia in cui la legge e le regole rischiano di peggiorare la situazione, di renderla sterile".
    Questo stesso diritto non è oggi riconosciuto alle persone che si trovano per esempio in coma oppure in stato vegetativo permanente, e che non possono esprimere personalmente le proprie volontà. Di qui l'esigenza di poter indicare prima che sia impossibile, che cosa si ritiene accettabile e che cosa no, e ribadire in questo modo l'autodeterminazione dell'individuo rispetto alla propria vita.
    Pensiamo per esempio al dramma di Eluana Englaro, mantenuta in stato vegetativo permanente dal 1992, nonostante i ripetuti sforzi della famiglia per fare rimuovere il tubo dell'alimentazione e sospendere tutte le altre terapie, non giustificabili data l'impossibilità di guarigione o anche solo di un minimo miglioramento della ragazza. Ma pensiamo anche agli altri 1.500 corpi che, come lei, sono stati abbandonati da quello che possiamo definire vita, con funzioni vitali prolungate artificialmente solo attraverso l'ausilio di macchinari. Questo si chiama accanimento terapeutico, eppure se oggi un medico in Italia decidesse di staccare la spina, correrebbe il rischio di essere accusato di omicidio volontario. Di fronte a tutto questo non possiamo negare la necessità di una legge.
    Anche la Chiesa cattolica concorda su questi principi e nel suo catechismo infatti scrive che: "L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'accanimento terapeutico. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente".
    Ritornando alla nostra legge, credo che chi si esprimerà contro, e lo farà solo per logiche di schieramento partitico, certo non potrà nascondersi dietro al debole paravento della difesa della vita. Nessuno infatti può affermare, se non in mala fede e per meri fini ideologici, che l'accanimento terapeutico significa difesa della vita! Sarà invece inevitabile che, pur partendo da un presupposto condiviso a larga maggioranza, ci si confronti su alcuni punti che richiederanno un rigoroso e severo dibattito. Penso innanzitutto all'introduzione del fiduciario, una figura immaginata per interpretare le volontà del paziente dato che nessun documento, anche il più preciso, potrà mai elencare tutte le possibili circostanze in cui una persona si troverà. Il fiduciario dovrebbe essere scelto perché ha condiviso momenti, pensieri e idee con il paziente e quindi in grado di capire se in quella determinata circostanza egli avrebbe voluto essere sottoposto alle terapie oppure no.

    Edited by ^lizzy91^ - 13/1/2008, 18:43
     
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  2. Nike91
     
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    mamma mia ke tema!!! altro ke il mio!!
     
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  3. ^lizzy91^
     
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    grazie, ma c'avevo una scheda come traccia... ero molto agevolata!!!
     
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  4. raffabella
     
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    care scusatemi ma qst teso è in ordine con tei antitesi e confutazione??
     
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  5. ^lizzy91^
     
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    no, non sono perfettamente in ordine...ci sono pro e contro continui...
     
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    nullità

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    Devo farti i miei più sinceri complimenti. Anche se avevi una scheda come sostieni, hai utilizzato un lessico adeguato che imprime lettore la piena idea di ciò che vuoi intendere nel tuo testo argomentativo.
     
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5 replies since 11/1/2008, 22:18   21019 views
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